Turismo in Turchia: la situazione sicurezza nel 2024

sicurezza in Turchia

Sono passati dodici anni da quando abbiamo aperto Scoprire Istanbul, e proprio dieci anni fa scrivevamo questo articolo che intercettava e descriveva la fase di maggiore crescita del turismo in Turchia.

Una crescita cominciata agli inizi degli anni 2000, continuata ininterrotta per quindici anni. La Turchia era diventata una delle prime sei destinazioni mondiali, ed Istanbul, capitale europea della cultura nel 2010, era il suo fiore all’occhiello. Dai 12 milioni di visitatori annuali del 2002 si era arrivati ai 41 milioni del 2014. L’Italia con i suoi 48 milioni era ormai nel mirino ed il sorpasso era vicino.

LA CRISI DEL 2016 E 2017

Poi, improvviso, il crollo. Nella seconda metà del 2015 si scorgono le prime avvisaglie di una crisi che diventa profondissima nel 2016, annus horribilis a tutti gli effetti per la Turchia, fra terrorismo e tentativo di colpo di Stato. In un solo colpo gli arrivi annuali sono scesi a 25 milioni, tornando ai livelli del 2008.

L’ultimo attentato ad Istanbul risale alla notte del 31 dicembre 2016. Negli anni dal 2017 al 2020 in Turchia non si è verificato nessun episodio di terrorismo, anni che invece hanno funestato con attacchi continui molte altre città in Europa, da Londra a Manchester, da Parigi a Barcellona fino a New York, episodi addirittura anche in Finlandia ed Australia.

A seguito di questa lunga fase di calma, si è verificato il ritorno in massa in Turchia dei turisti russi, il forte aumento dei turisti arabi e l’inizio di un’invasione da parte dei turisti cinesi. Analizzando i dati in maniera non superficiale si notava però che il calo dei turisti europei (-35% nel 2016) si era ulteriormente aggravato nel 2017. In particolare l’afflusso degli italiani, già calati nel 2016 del 60%, ha continuato a ridursi nel 2017 di un ulteriore 13%.

La Turchia era uscita completamente dai radar turistici degli italiani. Le crociere hanno smesso di arrivare, la destinazione è stata addirittura tolta dai cataloghi di viaggio dei tour operator. Un vero peccato, sotto tutti i punti di vista.

Oltre alla crisi che ha colpito Istanbul, con decine di hotel costretti a cessare le attività, ristoranti in fallimento, storiche agenzie che hanno chiuso i battenti, anche le splendide località balneari dell’Egeo che erano in rampa di lancio hanno dovuto far fronte ad un drastico calo, per non parlare della meravigliosa Cappadocia, che noi visitiamo ogni primavera e che nel 2017 abbiamo trovato dolorosamente deserta.

Un peccato, dicevamo, per tutti gli operatori turchi, ma anche per gli stessi turisti, che spinti dalla paura si negano la possibilità di visitare e godere le bellezze di Istanbul e della Turchia.

A tutto questo bisogna aggiungere la fortissima svalutazione della lira turca: nel 2014 un euro valeva 2,8 lire, oggi nel 2022 un euro vale 19 lire. Ciò significa che si può tranquillamente pranzare in locanda con 3-4 euro, e per una cena senza alcolici sarà difficile superare gli 8-10 euro. Anche lo shopping è sempre più conveniente.

Per due anni ci siamo augurati che il turismo potesse ritornare sui livelli del passato, abbiamo resistito con fatica. Per chi come noi qui in Turchia ci vive e ci lavora, era sicuramente frustrante notare ad esempio che il Regno Unito, colpito da numerosi episodi di terrorismo negli ultimi tempi, non abbia risentito minimamente dei problemi relativi alla sicurezza ed anzi grazie alla svalutazione della Sterlina fosse in pieno boom turistico.

E’ evidente quindi che la percezione del rischio sia sempre del tutto arbitraria.

D’altra parte la vita a Istanbul ha proceduto sempre nella normalità, venivano organizzati decine di eventi, conferenze, festival culturali, concerti con artisti internazionali (negli ultimi anni fra i tanti hanno fatto concerti Nina Zilli, i Massive Attack, Shakira e Jennifer Lopez), eventi sportivi del massimo livello (come le finali di Eurolega e gli Europei di Basket).

Noi abbiamo sempre continuato non solo a vivere Istanbul ma anche a farla vivere a tutti i turisti italiani che richiedono le nostre visite guidate.

LA RIPRESA DEL 2018 e del 2019

Durante la primavera e durante l’estate 2018 c’è stato un buon afflusso di turisti da tutta Europa e anche dall’Italia (un aumento di circa il 40%). Un afflusso continuato per tutto l’autunno con un picco raggiunto per il ponte del primo novembre e per le festività natalizie. Nel 2018 sono stati ben 39 milioni i turisti stranieri che hanno visitato la Turchia, tornata al sesto posto come destinazione mondiale alle spalle dell’Italia.

La situazione nel 2019 è continuata a migliorare e c’è stato il ritorno in massa dei turisti italiani. La Turchia è sempre stata una destinazione amata dagli italiani e non averla frequentata per 2 anni ha sicuramente pesato, c’era molta voglia di tornare. Secondo il report annuale di Euromonitor, Istanbul nel 2019 è stata visitata da 15 milioni di persone (al nono posto mondiale, più di New York, Roma e Tokyo).

L’intervento militare turco in Siria avvenuto ad ottobre 2019 ha contribuito a spaventare come al solito solo i turisti italiani, complice un livello di informazione deficitario. La Siria si trova a 2000 km da Istanbul (in linea d’aria Istanbul è più vicina a Bari) e in Siria la guerra purtroppo c’è da 10 anni ormai, anche se in molti se ne sono dimenticati. Inoltre la Turchia aveva già condotto negli ultimi 3 anni decine di operazioni militari all’interno del territorio Siriano, ma c’è stata poca risonanza mediatica. Quindi come di solito avviene, ci si preoccupa solo se si sente parlare di qualcosa in maniera superficiale e senza alcun tipo di approfondimento. La preoccupazione da parte dei turisti era quindi del tutto immotivata, le operazioni militari peraltro si sono concluse nel breve giro di 10 giorni, ma come spesso accade poi i TG ed i giornali non parlano più dell’argomento, lasciando un vuoto informativo che alimenta dubbi e paure infondate.

L’arrivo del Covid-19 nel 2020

Il trend degli afflussi turistici in Turchia era previsto in costante aumento, nel 2020 dopo un’assenza di 4 anni era previsto finalmente anche il ritorno delle crociere Costa ed Msc.

Ma a tarpare le ali al turismo in Turchia questa volta ci ha pensato l’avvento del Coronavirus, emergenza globale che praticamente ha fermato il mondo per 2 anni e che ha vietato agli italiani di effettuare viaggi per turismo al di fuori della comunità europea per un periodo di tempo lunghissimo.

La grande ripresa del 2022

In realtà, dopo tutto quello che era successo negli ultimi anni, era meglio non fare previsioni. Non appena la pandemia sembrava finalmente sotto controllo e si aprivano spiragli per la riapertura dei viaggi, la Russia ad inizio anno attaccava l’Ucraina e ricominciavano le paure ed i timori per i viaggiatori.

Ma queste preoccupazioni non sono bastate a fermare la grandissima voglia di tornare a viaggiare.

A partire da marzo, non appena sono cadute tutte le limitazioni ai viaggi, una vera e propria massa di turisti si è riversata in Turchia. Nei primi 10 mesi del 2022 sono stati ben 40 milioni i turisti che hanno visitato la Turchia, ritornando così sui livelli record del 2019. Fra gli aumenti percentuali maggiori troviamo proprio i turisti italiani, che mostrano sempre di più una vera passione per il territorio turco.

Sono finalmente tornate a Istanbul dopo un’assenza lunga 7 anni anche le crociere, il nuovissimo porto di Galataport ha registrato a partire da aprile gli arrivi settimanali della Costa Venezia e della Msc Fantasia.

AGGIORNAMENTO NOVEMBRE 2022: A seguito dell’attentato avvenuto a Istanbul il 13 novembre, ovviamente abbiamo ricevuto mail da persone preoccupate che avevano in programma il viaggio a Istanbul. L’ultimo attentato a Istanbul si era verificato 6 anni fa, purtroppo non abbiamo il dono di prevedere il futuro e a chi ci chiede consigli non sappiamo cosa rispondere.

La situazione in città è come sempre, lo scopo del terrorismo è quello di seminare il terrore, non è quello di fare vittime, quindi vince sempre chi non si fa impaurire. A livello statistico è di gran lunga più probabile fare un incidente in macchina che essere vittima di un attentato. E’ molto più probabile essere vittima di uno mass shooting negli Stati Uniti (ne avvengono più di 20 ogni anno), ma nessuno pensa di rinunciare ad un viaggio negli States per questo motivo. Come sempre è solo la percezione del rischio a condizionare i nostri comportamenti.

AGGIORNAMENTO FEBBRAIO 2023: A seguito del terremoto che ha colpito il 6 febbraio il sud-est della Turchia, alcune persone (poche in verità) che avevano già organizzato il loro viaggio a Istanbul ci stanno scrivendo che pensano di cancellarlo. Ci teniamo a sottolineare che la distanza in linea d’aria fra Istanbul e l’epicentro è di 900 km, la stessa distanza che c’è fra Milano e Tunisi, quindi evidentemente a Istanbul non c’è nessun tipo di problema legato al terremoto. La Turchia in realtà ha estremo bisogno di solidarietà in questo momento ed il turismo è una fonte preziosa di aiuto anche economico, sarebbe un ulteriore danno per il paese perdere anche questo. Maggiori informazioni al riguardo le trovate su questo nostro articolo.

AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2023: Come sempre in caso di crisi internazionali le persone si fanno prendere dal panico, i venti di guerra fra Israele e Palestina hanno fatto venire timori di vario tipo ai viaggiatori, anche a seguito delle minacce di terrorismo in Europa ed agli episodi in Francia e Belgio. La Turchia in questa situazione non è sicuramente parte in causa, anzi a livello diplomatico si è proposta per una mediazione ai fini di ottenere una pace duratura. Le proteste davanti al consolato israeliano di Istanbul sono già terminate ed in ogni caso il consolato è molto distante dal centro. Per chi fosse preoccupato riguardo la sicurezza in questa fase facciamo notare che ben 3 crociere (Costa Pacifica, Msc Sinfonia ed Msc Musica) che dovevano fare scalo ad Haifa in Israele arriveranno invece ad Istanbul, oltre a tutte le altre che già facevano scalo regolarmente in Turchia. Le compagnie di crociera quindi reputano Istanbul decisamente sicura se hanno pensato di sostituire le tappe israeliane con quelle turche.

Noi comunque in tutti questi anni non ci siamo mai fermati, siamo sempre qui a fornire servizi di visite guidate a Istanbul per tutte le persone interessate ed a partire dal 2019 siamo attivi anche in Cappadocia.

A seguito della svalutazione della lira turca facciamo inoltre notare che per un turista straniero è davvero molto conveniente fare le vacanze in Turchia. Sul nostro blog trovate anche una guida completa ed una pagina relativa a tutte le località di mare in Turchia.

Chi fosse interessato ad un viaggio in Turchia può contattarci via mail, oltre ai nostri servizi in loco possiamo fornire assistenza e consigli per l’organizzazione di qualsiasi tipo di itinerario.


Nonostante tutto

Istanbul Balat Neve

Si è appena concluso un anno decisamente brutto e difficile. Per noi, per Istanbul e per la Turchia in generale.

Il 2017 purtroppo non è iniziato nel migliore dei modi.

Come avete notato la nostra attività sul blog è ferma da parecchio tempo. E’ da molti mesi che non pubblichiamo nessun nuovo articolo.

La sequenza di tragici eventi ci ha provocato una specie di blocco psicologico, costringendoci a farci delle domande sul nostro lavoro e sulla nostra funzione.

Ogni volta che eravamo sul punto di ricominciare a scrivere, un nuovo fatto doloroso colpiva il Paese e di riflesso colpiva noi, relegandoci nuovamente al silenzio.

Il timore di venire fraintesi alimentava i nostri dubbi.

Pubblicare un nuovo articolo sui migliori ristoranti che abbiamo provato negli ultimi mesi significa negare quanto di terribile sta accadendo? Parlare dello splendore di alcuni quartieri significa invogliare i turisti a visitare una città poco sicura?

Chi lavora nel settore turistico come noi quest’anno ha subìto più di ogni altro le conseguenze della situazione legata al terrorismo. Qualsiasi cosa scritta da un esponente del settore viene ritenuta poco credibile, atta a minimizzare le circostanze per interessi personali.

La credibilità è stata negli anni il nostro maggiore punto di forza. La sola eventualità che potesse essere messa in dubbio ci ha portati ad un silenzio autoimposto.

Ma adesso ci siamo stancati di stare zitti.

Ricominceremo a scrivere di questa città perché è quello che sappiamo fare. Perché prima di diventare il nostro lavoro è stata la nostra passione. Perché nonostante tutto la città continua a vivere e noi viviamo con lei. Perché qui vivono 16 milioni di persone, vivono i nostri amici, e fra le altre vive anche una bellissima comunità di circa tremila italiani. Perché anche se schiacciata dal dolore questa città conserva ancora la sua bellezza unica. Ed è questa bellezza che ci tiene attaccati a lei.

A cosa servirà?

Servirà soprattutto a noi, per ritrovare il nostro equilibrio.

Servirà a voi, prima o poi, perché in ogni caso qui non c’è la guerra e non è vietato venire. E comunque tutto questo, un giorno vicino o lontano, finirà.

Servirà, ci auguriamo, a farci sentire la vostra solidarietà e la vostra vicinanza, perché adesso ne abbiamo davvero bisogno.

Abbiamo aperto questo blog 6 anni fa con la sola volontà di condividere la bellezza. Continueremo a farlo, nonostante tutto.


Istanbul è sempre qui

Istanbul panorama

Gli attentati avvenuti nei mesi scorsi a Istanbul, come era logico aspettarsi, hanno inflitto un pesante colpo al settore turistico.

Abbiamo ricevuto molte mail di persone che avevano programmato vacanze in Turchia e manifestavano indecisioni, timori, paure. La maggior parte ha cancellato direttamente il viaggio.

Noi, in una situazione come questa, non siamo nella condizione di dare consigli, perché si tratta esclusivamente di sensazioni personali, la paura d’altra parte è un sentimento soggettivo.

Non bisogna dimenticare infatti che l’obiettivo del terrorismo, come dice la parola stessa, consiste nel diffondere il terrore. Lo scopo non è sicuramente quello di fare più danni possibili in termini di vittime, ma è di creare panico ed insicurezza colpendo luoghi sensibili e simbolici.

I due episodi di gennaio e di marzo hanno colpito in entrambi i casi due luoghi centralissimi della città ed hanno avuto perciò un impatto emotivo molto forte. Lo scopo è quindi stato raggiunto.

Dal momento in cui siamo tutti costretti a convivere con questa situazione di insicurezza generalizzata, può essere utile staccarsi dalla dimensione emozionale e provare a concentrarsi su aspetti più razionali. In questo caso le statistiche ci danno una mano.

Nei due episodi terroristici hanno perso la vita 15 persone, a seguito di questi episodi molte persone hanno cominciato ad evitare di prendere i mezzi pubblici (anche se i due attentati non sono avvenuti sui mezzi pubblici). Conosco molte persone che non prendono più la metro per recarsi al lavoro ma utilizzano la macchina. Ad Istanbul ogni anno si verificano circa 40mila incidenti stradali nei quali perdono la vita circa 250 persone, una media di 20 al mese.

Se rimaniamo legati agli aspetti razionali ci rendiamo conto facilmente del paradosso.

Ma non è per niente facile rimanere razionali, ed è proprio questa la sfida che ci troviamo davanti non solo noi abitanti di Istanbul, ma anche abitanti di Parigi, di Bruxelles, e di altre città nel mirino fra cui purtroppo città italiane.

Istanbul è una città di 16 milioni di abitanti e la vita in ogni caso deve andare avanti come sempre, le strade sono affollate, i ristoranti e i bazar sono pieni, si va al festival del cinema, si va allo stadio, il Beşiktaş di Quaresma e Mario Gomez sta vincendo lo scudetto, il Vakıf Bank di Giovanni Guidetti ha vinto il campionato di pallavolo femminile, il Fenerbahçe di Gigi Datome si gioca il successo nella final four di Eurolega di basket, Ferzan Özpetek sta girando in città il suo nuovo film.

Tutto procede come prima, e se così non fosse peraltro il terrorismo avrebbe vinto.

Certo per adesso mancano i turisti, ma torneranno. Magari spinti dai prezzi dei biglietti aerei che si sono abbassati di parecchio (il volo da Bologna costa solo 25 euro con Pegasus), magari invogliati dalle offerte degli hotel in città che applicano sconti fino al 60%, o magari semplicemente per non darla vinta al terrore.

Noi, in ogni caso, siamo qui.


Sulla sicurezza in Turchia e sul giornalismo italiano

Aggiornamento Marzo 2018: Per maggiori informazioni circa la situazione attuale relativa alla sicurezza ad Istanbul rimandiamo al seguente nostro articolo: Turismo in Turchia: la situazione nel 2018

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Il seguente articolo scritto nel 2015 si riferiva alla situazione della sicurezza in Turchia di quel periodo:

Continuiamo a ricevere molte mail di persone che ci chiedono aggiornamenti riguardo la sicurezza in Turchia e la situazione ad Istanbul, a seguito degli episodi di terrorismo che si sono verificati ad inizio aprile 2015.

Abbiamo deciso di scrivere un articolo perché non riusciamo più a sopportare il livello di approssimazione con cui vengono fornite le notizie dai media italiani.

Sappiamo bene che spesso si è costretti a semplificare e a condensare notizie in pochi minuti di telegiornale o nelle poche righe di un articolo. Ma questa volta si è superato ogni limite, mischiando vari episodi che non avevano nessun collegamento fra loro, riferendo notizie false, imprecise e non verificate, con il risultato di creare enorme confusione e di produrre un clima di allarmismo totalmente ingiustificato.

L’immagine del magistrato con la pistola alla testa all’interno del tribunale, poi rimasto ucciso durante il blitz della polizia, ha certamente colpito tutti. Ma si è trattato di un episodio isolato, compiuto da esponenti del DHKP/C, un gruppo di estrema sinistra molto marginale, non strutturato, che ha sempre avuto come obiettivi esponenti dello Stato e delle forze dell’ordine. Il giorno seguente, una ragazza legata allo stesso gruppo, è stata freddata dalle guardie mentre si avvicinava armata nei pressi della Questura di Istanbul. In entrambi i casi gli avvenimenti si sono svolti in zone non turistiche della città. Questi sono i fatti.

L’immagine descritta dai media italiani è stata però ben diversa. Altri episodi come il black-out elettrico, falsi allarmi bomba sugli aerei della Turkish Airlines (allarmi del genere sono all’ordine del giorno in tutto il mondo e per tutte le compagnie aeree), sono stati messi in mezzo senza che ci fosse il minimo collegamento. Il blocco momentaneo di alcuni social network è durato solo poche ore, il tempo necessario a rimuovere le foto dell’attentato, ma a distanza di giorni le persone ancora ci chiedono via mail se in Turchia “funziona internet”.

C’è stata una sovraesposizione di notizie riguardanti la Turchia che mai si era verificata in passato.

La Turchia storicamente è stata sempre teatro di episodi del genere, ha sempre fronteggiato vari tipi di terrorismo, di sinistra, di destra, islamico, curdo, armeno. E’ un Paese purtroppo abituato a queste cose. Per una persona che vive qui, per chi si interessa alle dinamiche del Paese, per chi conosce la storia turca e la situazione politico/sociale, il livello di attenzione dedicato dai media italiani a tali avvenimenti è risultato del tutto fuori luogo, non trattandosi di eventi eccezionali.

Fare un minestrone di notizie, titolare “Turchia sotto attacco”, confezionare servizi di telegiornale mandando in onda immagini di repertorio con le proteste di piazza Taksim di tre anni fa, inserire i fatti accaduti in un generalizzato clima di terrore internazionale, lasciare quasi intendere che la Turchia sia un Paese sull’orlo di una guerra civile, non costituiscono sicuramente esempi di buon giornalismo.

Bisogna peraltro chiedersi per quale ragione questo cortocircuito dell’informazione sia avvenuto solo in Italia. In altri Paesi non è stato così. Duole constatare che l’unico motivo in grado di spiegare una copertura così sciatta dell’accaduto sia il livello scadente del giornalismo italiano.

Informazioni distorte, pochissime analisi serie, nulli gli approfondimenti e le spiegazioni della situazione generale. D’altra parte non ci si deve meravigliare: la sede Rai di Istanbul è stata chiusa nel 2012. Le versioni online dei quotidiani più letti sono invece nelle mani di giovani stagisti sottopagati, che spesso si limitano a copiare i lanci di agenzia cambiando qualche parola per rendere la notizia più “cliccabile”.

Un problema che ha radici profonde e non nasce certo oggi. Da sempre l’informazione italiana è italocentrica, provinciale. Non viene mai dedicato il giusto spazio agli esteri, neanche sulla carta stampata, si parla solo di questioni interne, di cronaca, i talk show di approfondimento in tv rappresentano puramente un ozioso teatrino per politicanti.

Il risultato è che a seguito di eventi di un certo tipo la gente non possiede le basi per contestualizzarli, manca il substrato di conoscenze che permetterebbe un’analisi autonoma degli avvenimenti. In sostanza, manca cultura.

Le conseguenze di tutto ciò sono normali, gravi per chi come noi lavora nel turismo, anche se ovviamente sono fatti nostri. Ma credo sia giusto per tutti riflettere su questi argomenti. In un’era globalizzata come la nostra l’informazione ha responsabilità sempre maggiori, incide sulle nostre scelte, determina le nostre vite.

Non ci dovrebbe quindi essere bisogno di ripetere che in Turchia e ad Istanbul non c’è alcun problema di sicurezza generale, che la situazione in città è del tutto normale, che gli episodi sono stati isolati e che in ogni caso l’obiettivo di questi attentati era costituito da rappresentanti dello Stato e non da gente comune.

Non dovrebbe esserci bisogno di ripeterlo ma siamo costretti a farlo.

Perché nei giorni scorsi la città era piena di turisti francesi, spagnoli, tedeschi, mentre migliaia di italiani terrorizzati dalle notizie hanno rinunciato al viaggio all’ultimo momento, con le valigie già pronte, rimettendoci biglietti aerei e prenotazioni d’hotel, salvo pentirsi il giorno dopo. Perché si sta registrando il record di prenotazioni di turisti russi sulle coste turche, mentre gli italiani hanno addirittura paura di scendere dalle crociere.

Il terrorismo islamico legato all’Isis può colpire dovunque, ha colpito in Francia, in Danimarca, in Tunisia, e può colpire in Italia così come in Turchia. Da quel punto di vista Milano, Roma e Istanbul condividono gli stessi rischi.

Gli episodi di aprile non hanno nulla a che vedere con tutto ciò, sarebbe come se a seguito dell’omicidio di Marco Biagi da parte delle Brigate Rosse, si fosse ritenuta Bologna una città pericolosa.

 


Capodanno 2014 ad Istanbul

IMPORTANTE: Se siete arrivati qui cercando informazioni riguardo il Capodanno 2015 vi consigliamo di leggere il nostro nuovo articolo. E’ comunque opportuno leggere anche l’articolo qui sotto dell’anno scorso ed anche quelli degli anni passati, dato che i consigli rimangono in gran parte validi. Per il resto fate un giro in tutte le sezioni del nostro blog, in cui potete trovare mille consigli utili su come organizzare il vostro soggiorno a Istanbul.

Anche quest’anno, con puntualità sempre intorno al 10 dicembre, siamo qui per fornire i consigli su come passare la notte di capodanno ad Istanbul. E’ già da quattro anni che ogni dicembre scriviamo un articolo al riguardo, quindi vi consigliamo di leggere anche gli articoli del 2011, 2012 e 2013 sia per le informazioni di carattere generale, sia perché le segnalazioni fatte in passato (anche se non ripetute) rimangono in gran parte valide.

Sono moltissimi i turisti italiani che arrivano in città per le vacanze natalizie, sia nella settimana di Natale che in quella di Capodanno. Ricordiamo che sul nostro blog si trovano tutte le possibili informazioni utili per il soggiorno a Istanbul, non fermatevi quindi alla lettura di questo articolo ma continuate ad esplorare le varie sezioni!

Ripetiamo alcuni consigli utili di ordine generale sul Capodanno ad Istanbul già trattati negli anni scorsi, vi invitiamo ad avere le idee ben chiare sul tipo di locale che state cercando, per evitare di finire in un posto che non è di proprio gusto.

 Se siete alla ricerca di un buon ristorante, in cui semplicemente si mangia bene, si spende il giusto, e non siete interessati a spettacoli, divertimento o panorami, allora vi basterà leggere i nostri articoli dedicati ai ristoranti in generale, sicuri di non sbagliare.

 Se invece siete interessati a panorami sul Bosforo, divertimenti e show di vario tipo, avrete l’imbarazzo della scelta, sapendo però che i prezzi sono alti e la qualità della cena, naturalmente, non sarà elevata. E’ una serata in cui tutti i locali sfruttano l’afflusso dei turisti per gonfiare i prezzi.

 Se, come la maggior parte, state cercando un “posto con cucina tipica, in cui non si spenda una follia, con panorama sul Bosforo e magari anche musica dal vivo”, sappiate che questo locale NON ESISTE, quindi dimenticatevi della opzione in questione e concentratevi sulle prime due…

 Non bisogna dimenticare che questa notte in Turchia si festeggia in una maniera che subisce più del solito influenze occidentali, quindi anche nei menu fanno la loro comparsa piatti di derivazione americana, francese e italiana, con esiti spesso discutibili.

Tutti i ristoranti che consigliamo hanno una qualità medio-alta. Abbiamo inserito ristoranti che oltre alla cena prevedano anche una parte di spettacoli e musica dato che questa è la richiesta principale che abbiamo riscontrato negli anni da parte dei turisti. I prezzi si intendono tutti con bevande alcoliche senza limiti comprese nel prezzo, se non specificato il contrario.

Quasi tutti i locali richiedono un pagamento anticipato a seguito della prenotazione. Se non potete provvedere alla prenotazione in maniera autonoma e avete bisogno di una prenotazione, sappiate quindi che è necessario il pagamento anticipato, a cui bisogna aggiungere le spese bancarie di bonifico ed una commissione per il nostro servizio. Potete contattarci al nostro indirizzo mail.

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