Complice la crisi degli ultimi anni sono sempre di più gli italiani, giovani e non solo, che decidono di trasferirsi all’estero. Il fenomeno è ormai talmente esteso che il Censis ha deciso di dedicargli un intero capitolo all’interno dell’annuale Rapporto sulla situazione sociale del Paese, per “capire quali sono le motivazioni, i progetti di vita, le aspettative e le sfide di chi ha fatto una scelta così importante”.

Anche io sono un italiano all’estero, e da quando il nostro blog è diventato punto di riferimento in Italia non solo per i turisti, ma anche per la comunità italiana di Istanbul, sono arrivate centinaia di mail e di commenti di ragazzi che chiedevano informazioni sulle possibilità di trasferimento ad Istanbul.

Per esperienze personali ho ben chiaro quali possano essere i problemi e le difficoltà da affrontare per stabilirsi in Turchia, trovare lavoro, imparare la lingua turca, scontrarsi con le mille incombenze burocratiche.

Credo quindi sia necessario a questo punto dare qualche informazione di base al riguardo. Le informazioni che troverete sono chiaramente filtrate dalla mia esperienza, ed a parte quelle di ordine pratico si tratta di opinioni soggettive. Ogni situazione è comunque diversa dalle altre, è per questo che il confronto diventa importante. Lasciamo quindi aperti i commenti, sperando che gli italiani che vivono in Turchia vogliano cogliere l’occasione di questo spazio per parlarci delle loro esperienze e magari dei loro consigli.

PERCHE’ VIVERE IN TURCHIA?

La Turchia nei primi anni duemila ha visto una decisa crescita degli indicatori economici, nell’immaginario collettivo è passata rapidamente da Paese arretrato a Paese moderno, dinamico e ricco di opportunità. La vitalità e la bellezza di Istanbul, complice anche il successo delle serie tv turche, di solito colpisce sia lo spettatore che il turista e quindi contribuisce ad irrobustire questa immagine, soprattutto nei giovani che la paragonano alla decadenza ed all’inerzia dell’Italia.

Le dinamiche economiche e politiche però non sono per nulla stabili, storicamente nei Paesi in via di Sviluppo si alternano periodi di grande crescita ed improvvise crisi. L’imponente crescita economica turca si era basata soprattutto sull’afflusso di capitali provenienti dall’estero e sul settore edilizio. Un periodo di crisi era già alle porte a causa dello stop del flusso di capitali esteri, e negli ultimi anni la crisi finanziaria si è acuita moltissimo a causa delle turbolenze politiche ed al peggioramento di tutti gli indicatori economici.

Ovviamente noi non siamo qui per fare analisi di questo tipo, ma il consiglio è quello di informarsi bene sulle dinamiche politiche ed economiche di un Paese nel quale si è deciso di trasferirsi. Alcune fonti da consultare: East Journal, Osservatorio Balcani e Caucaso, Al Monitor, Hürriyet Daily News.

PERCHE’ ISTANBUL?

Istanbul è una città stupenda, piena di vita, giovane. Il suo fascino è innegabile, a chi la frequenta ad intervalli e per pochi giorni spesso appare come una città molto accogliente. In realtà Istanbul non accoglie, rapisce. E’ bene quindi fare i conti il prima possibile con la Sindrome di Stoccolma. Non idealizzate, analizzate.

VI TRASFERITE PER LAVORO O PER CERCARE UN LAVORO?

Una differenza che può apparire sottile segna in realtà uno dei punti più importanti da considerare.

Se lavorate per un’azienda italiana o europea che vi manda in missione ad Istanbul ciò significa solitamente che avrete una condizione privilegiata, un buono stipendio in euro, ed altri benefit che vi permetteranno di avere un altissimo tenore di vita in Turchia, complice anche la svalutazione della lira turca. In questo caso non dovrete interrogarvi troppo sull’accettare la proposta oppure no. Accettatela subito. Vivrete in una città effervescente e ricca di stimoli. Sarà sicuramente un’esperienza molto positiva.

Se invece vi trasferite senza avere un lavoro ma con la speranza di trovarlo le cose cambiano decisamente. In questo caso il motivo che vi ha portato a Istanbul è sicuramente uno di questi due: vi siete innamorati della città oppure vi siete innamorati di un abitante della città. L’amore è il più bello dei sentimenti ma si sa, offusca la vista.

Spesso chi arriva a Istanbul in cerca di lavoro non conosce il turco, questo rappresenta chiaramente un notevole handicap, che riduce di gran lunga i potenziali settori in cui effettuare la ricerca. Va anche detto in ogni caso che per trovare un lavoro in cui sia necessaria la conoscenza del turco non basterebbe un livello basico, quindi un corso di qualche mese pur essendo consigliato non è di certo risolutivo.

Trovare un lavoro nell’ambito del proprio campo di studi è ormai difficile in Italia. In Turchia non è certamente più facile. Molte professioni sono “protette”, nel senso che non sono aperte agli stranieri. Avvocati, medici, infermieri, odontoiatri, veterinari e guide turistiche ad esempio per esercitare devono avere la cittadinanza turca.

Per la maggior parte dei restanti lavori le società turche privilegeranno quasi sempre un cittadino turco, dato che è compito del datore di lavoro farsi carico delle pesanti pratiche burocratiche e delle spese per ottenere il permesso di lavoro di uno straniero.

Alla luce di tutto ciò, i settori in cui è più facile trovare lavoro sono quelli in cui la conoscenza dell’italiano o il fatto di essere italiani rappresentano dei requisiti fondamentali.

Il settore dell’insegnamento dell’italiano ad esempio è stato storicamente il settore di riferimento per gli italiani a Istanbul, è sempre stato relativamente facile trovare lavoro come professori sia in istituti privati che dando ripetizioni, anche se adesso il mercato sembra ormai piuttosto saturo. Ci sono parecchie aziende italiane che operano in Turchia, direttamente o indirettamente, e molte aziende turche che operano in Italia, quindi è possibile trovare impiego nell’ambito dell’import-export. Segue poi il settore della ristorazione, quindi cuochi, chef, pizzaioli, che possono proporsi alle migliaia di nuove attività che continuano ad aprire in città.

In linea generale bisogna poi far notare che il mondo del lavoro in Turchia è assai diverso da quello italiano. I ritmi di lavoro sono molto alti, per i neo assunti, nei primi due o tre anni, è normale lavorare 10 ore al giorno, a volte anche la domenica. Le vacanze in pratica non esistono, nel settore privato al massimo 10 giorni all’anno.

Il costo della vita a Istanbul non è alto se paragonato a quello delle grandi città italiane, ma non sono alti neanche i salari medi. Il salario minimo in Turchia nel 2020 è di 2300 lire (circa 250 euro al mese), un salario medio è di circa 4000-4500 lire (circa 500 euro al mese). Fatevi quindi i vostri conti, controllate il tasso di cambio, e sappiate che sarà sempre meglio avere uno stipendio in euro, se non vorrete spendere tutti i vostri risparmi solo per tornare in Italia un paio di volte all’anno con l’aereo.

Discorso a parte meritano i cosiddetti lavori non qualificati. In città come Londra o Berlino è assai comune per molti giovani italiani lavorare come camerieri o baristi, il reddito non è elevato ma è una cosa che in Europa si può fare. Istanbul però non è né Londra né Berlino. Per lavori di questo tipo è normale lavorare 12 ore al giorno, con un salario che non supera le 3000 lire al mese (300 euro), inoltre anche accettando tali condizioni nessun datore di lavoro assumerebbe per dei mestieri del genere uno straniero (che non parla neanche il turco) quando ci sono milioni di ragazzi turchi disponibili.

Aprire un’attività in proprio, come in ogni parte del mondo, potrebbe rivelarsi l’opzione più redditizia, ma oltre allo spirito imprenditoriale e quindi ad una buona dose di coraggio, bisogna fare i conti con la burocrazia turca, che ha poco da invidiare a quella italiana. Il problema della lingua in questo caso potrebbe portare anche ad errori difficili da riparare, quindi è essenziale qualora vogliate costituire una società, affidarvi ad avvocati esperti che possibilmente parlino italiano.

PERMESSO DI LAVORO

Come abbiamo già accennato, le pratiche per l’ottenimento del permesso di lavoro devono essere adempiute in larga parte dal datore di lavoro. Oltre ad essere un processo complesso e dispendioso, l’esito rimane sempre incerto, dato che a volte il permesso di lavoro viene negato per vari motivi anche ai manager di grandi aziende. Trovare un lavoro quindi non significa automaticamente poter lavorare.

Spesso la questione può risultare parecchio frustrante, dato che per avere un permesso di lavoro serve un contratto di lavoro specifico, ma spesso il datore di lavoro richiede il permesso di lavoro come requisito all’assunzione. In pratica un cane che si morde la coda.

Il permesso di lavoro viene inoltre rilasciato per il singolo contratto, e decade quando il contratto termina. Per passare da un lavoro ad un altro quindi bisogna avviare una nuova pratica.

In molti settori ci sono dei limiti all’assunzione di personale straniero, ad esempio nel campo che ci riguarda, quello delle agenzie turistiche, la percentuale di lavoratori stranieri non può superare il 10% del totale, limitando quindi di gran lunga le possibilità di assunzione.

Anche se si apre un’attività in proprio l’ottenimento del permesso del lavoro non è automatico, anzi. Per ottenerlo la società deve avere almeno 5 dipendenti e deve avere un giro di affari rilevante per l’economia turca.

Avrete quindi capito che trovare lavoro in Turchia non è per niente facile, ma se siete davvero molto motivati, vale la pena tentare.

Per le offerte di lavoro vi consigliamo di monitorare questi siti: Yenibiris.com, Kariyer.net, Secretcv.com, Craiglist.com.tr

PERMESSO DI SOGGIORNO

Senza un permesso di residenza (Ikamet) è possibile restare in Turchia come turista per un massimo di 90 giorni su 180 giorni. E’ fondamentale quindi regolarizzare la propria situazione in modo da poter rimanere sul suolo Turco senza incorrere in sanzioni.

Ottenere un permesso di residenza è teoricamente facile, la procedura da seguire viene spiegata in questo link. Molti stranieri di fatto lavorano in Turchia con il solo permesso di soggiorno, quindi in nero, senza contratto, sappiate ovviamente che è illegale e di conseguenza rischioso.

CERCARE CASA

Istanbul è una città di 20 milioni di abitanti, con un estensione di quasi 100 km da ovest a est. Di conseguenza il suo problema più grande è il traffico. La scelta della zona in cui vivere diventa quindi in assoluto la scelta più importante da fare, una scelta che dovrà essere necessariamente strategica e che condizionerà l’esperienza di vita in città. Istanbul può essere una città molto piacevole se si ha la possibilità di recarsi al lavoro a piedi o al massimo col traghetto, ma può diventare totalmente invivibile se bisogna scontrarsi con le code interminabili che coinvolgono gli autobus negli orari di punta.

Se il vostro luogo di lavoro si trova in zone periferiche della città, cercate casa nelle vicinanze, anche se questo comporta una certa distanza dal Bosforo e dalle bellezze di Istanbul. Se invece lavorate in zone più centrali, valutate bene gli spostamenti che dovrete sostenere, ci sono zone abbastanza centrali in cui gli affitti si mantengono ancora piuttosto bassi.

In generale le zone che ci sentiamo di consigliare, e che peraltro sono le zone di solito preferite dagli italiani, sono: Cihangir, Çukurcuma, Beşiktaş, Kurtuluş e Kadıköy. In queste zone è possibile trovare una stanza in affitto per circa 100 euro al mese. Piccoli appartamenti si possono trovare a partire dai 200 euro al mese. Se non avete problemi economici potete pensare di stabilirvi in zone più residenziali e fuori dal caos cittadino, come ad esempio Ulus o Kemerburgaz.

Questi sono alcini siti per trovare casa: Craiglist.com.tr, Sahibinden.com, Hurriyetemlak.com. Ad Istanbul ci sono migliaia di agenzie immobiliari (Emlak Bürosu) e spesso il metodo migliore è quello di trovare direttamente sul posto, anche perché le foto che si vedono su internet solitamente non rendono l’idea delle reali condizioni della casa.

State però attenti quando dovrete firmare i contratti, non firmate mai senza capire quello che state firmando, fatevi accompagnare se possibile da un amico turco. Le fregature in questo caso possono essere dietro l’angolo. Non fidatevi di persone che non conoscete.

Comprare casa è un discorso ancora più complesso rispetto all’affittare, qui i fattori da prendere in considerazione sono moltissimi, ed in questo caso è meglio farsi assistere per ogni evenienza da un buon avvocato.

IMPARARE IL TURCO

Chiaramente quando ci si trasferisce in un nuovo Paese è bene conoscerne la lingua, non solo per motivi di lavoro ma per le esigenze di tutti i giorni. In generale la conoscenza dell’inglese in Turchia è piuttosto bassa (come del resto in Italia), i giovani comunque lo parlano di solito ad un livello accettabile. Se si ha la fortuna di lavorare in un’azienda in cui si parla inglese o addirittura italiano e se avete una cerchia di amici composta da expat o da persone turche con un livello alto di istruzione, potrete anche fare a meno del turco, ma si tratta di eccezioni.

Il turco è una lingua difficile e per impararla almeno ad un discreto livello è necessario studiarla, frequentando possibilmente qualche corso. Ci sono alcune storiche scuole di lingua turca per stranieri (Dilmer, Tömer) ed altre più piccole e più recenti.

Non arrendetevi alle prime difficoltà, dopo tre-quattro mesi di studio potrete già apprezzare dei buoni risultati. Se siete alla ricerca di un lavoro, sfruttate il periodo di ricerca (che potrebbe essere lungo), per studiare.

ERASMUS

Ad Istanbul ci sono ben 8 Università pubbliche e circa 35 private. Negli ultimi anni sono sempre di più i ragazzi italiani che hanno la possibilità di effettuare un periodo di studi nelle Università turche nell’ambito del Programma Erasmus. Non solo Istanbul ma anche Izmir ed Ankara sono possibili destinazioni da prendere in considerazione.

Il consiglio è quello di provare questa esperienza senza esitazioni. Al di là della bontà dei programmi e della qualità dell’insegnamento, sulle quali ognuno ha aspettative diverse (o più spesso, purtroppo, non ne ha proprio), l’esperienza Erasmus a Istanbul non ha nessuna controindicazione, anzi avrete la possibilità di confrontarvi con diverse culture e di vivere nella città più giovane d’Europa (l’età media della popolazione di Istanbul è 23 anni, in Italia è 44 anni!).

Per la scelta della zona in cui vivere valgono le indicazioni fornite in precedenza, nel caso degli Erasmus è ancora più importante dato che alcuni campus si trovano molto distanti dal centro, quindi l’esperienza di vita a Istanbul potrebbe risultare molto influenzata da questo fattore. Per fare un esempio, studiare alla Yildiz o alla Mimar Sinan a Beşiktaş, sarà molto diverso dallo studiare al campus della Marmara a Bahçelievler. Le università hanno molti campus quindi informatevi bene in anticipo, per evitare di scoprire solo in seguito che la vostra università si trova a due ore di distanza dal centro.

Ricordatevi che anche per gli studenti Erasmus è necessario prendere il permesso di residenza.

Hayırlı olsun!

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