Clima e meteo di Istanbul: il periodo migliore per visitarla

Fra le domande più comuni che ci vengono rivolte via mail, hanno un posto di rilievo quelle legate al clima di Istanbul. Soprattutto con l’avvicinarsi della partenza i viaggiatori sono colti da una specie di panico: “Farà freddo o farà caldo?” “Come devo vestirmi?” “Cosa devo mettere in valigia?” “Basterà un giubbotto leggero oppure serve il piumino?”

In effetti farsi prendere alla sprovvista dalle condizioni meteorologiche non è piacevole, possiamo immaginare le vostre giustificate ed affannose ricerche su internet per trovare il portale meteo più affidabile.

Il clima di Istanbul: uno sguardo generale

Cominciamo col dire che Istanbul si trova sullo stesso parallelo di Napoli, di conseguenza ci si potrebbe aspettare un clima mite e costiero come nelle città del sud Italia. In realtà ciò è vero solo in parte.

Istanbul è esposta senza protezioni alle correnti da nord, quindi il clima è per metà mediterraneo e per metà continentale. Volendo trovare una città italiana con clima simile si può fare l’esempio di Ancona.

Caratteristica fondamentale del clima di Istanbul è la presenza del vento, sicuramente piacevole in estate e particolarmente sferzante in inverno. I nomi dei venti che giungono in città e che variano in base alla loro provenienza sono almeno otto, i più famosi sono il Poyraz (vento da nord-est che in estate mitiga la calura e disperde l’umidità) ed il Lodos (il vento caldo da sud-ovest che di solito porta tempesta).

Le previsioni del tempo a Istanbul: quali sono i migliori siti da consultare

La presenza del Mar Nero a nord e del Mar di Marmara a sud fanno sì che il tempo sia molto variabile, le correnti cambiano in fretta, quindi le previsioni solitamente non sono molto attendibili.

Capita a volte di vedere previsioni sbagliate per il giorno successivo, il consiglio è quello di non prestare attenzione alle previsioni fatte a 5 giorni di distanza che si trovano su portali meteo internazionali. Se in base a quelle pensate di organizzare le visite ai musei o all’aperto fareste prima a giocarvela coi dadi.

Inoltre il simbolo “pioggia” spesso non significa che pioverà tutto il giorno. Considerata la variabilità e le dimensioni della città (60 km in linea d’aria dal punto più ovest a quello più est) potrebbe fare qualche goccia al mattino e poi tornare sereno per il resto della giornata, oppure potrebbe diluviare a Göztepe e splendere il sole a Beşiktaş.

Fra i portali meteorologici più famosi ci sono ilmeteo.it, 3bmeteo.com, accuweather.com e freemeteo.com, ma si tratta di previsioni automatiche generate da modelli su larga scala, quindi il livello di dettaglio non è accurato e vi consigliamo di lasciarli perdere.

Il sito sicuramente più preciso per le previsioni del tempo a Istanbul è quello del servizio meteorologico nazionale: nella versione in inglese si trovano le previsioni per i 5 giorni successivi di tutte le maggiori città, mentre se volete dare un’occhiata alla versione in turco il servizio è ancora più preciso con previsioni dettagliate per orario e addirittura per quartiere.

Il clima di Istanbul a Gennaio


L’inverno a Istanbul di solito non è particolarmente rigido, le temperature scendono sotto lo zero raramente, anche se la sensazione di freddo può essere amplificata dal vento. Ciò nonostante la neve non è rara, fa la sua comparsa ogni anno. In centro non si tratta di grandi nevicate, ma di episodi nevosi collegati ad improvvise ondate gelide che provengono dalla Russia, rinvigorite dalla presenza del Mar Nero, e che generalmente durano 3-4 giorni consecutivi.

Durante ogni inverno si verificano almeno due-tre ondate di freddo, per il resto la situazione è quella di un normale inverno, con giornate piovose e cieli nuvolosi che si alternano a belle giornate di sole.

Come indica la tabella, gennaio è uno dei mesi in cui la probabilità di precipitazioni è più alta, che siano piovose o nevose.

Il clima di Istanbul a Febbraio


Il clima di febbraio non è diverso da quello di gennaio, si tratta di un mese di pieno inverno e quindi di uno dei mesi più freddi. Le ondate di freddo da nord posso arrivare improvvise anche a fine mese, quindi anche febbraio è un mese potenzialmente nevoso.

Il lato positivo di febbraio è quello di essere il mese con meno afflusso turistico in assoluto, quindi è perfetto per organizzare ad esempio un fine settimana last-minute avendone la possibilità. Dando magari un’occhiata un paio di giorni prima alle previsioni del tempo, se viene previsto tempo discreto (con giornate di sole si arriva anche a 15-16 gradi), si può prenotare all’ultimo momento, sfruttando i prezzi più bassi sia dei voli aerei che degli hotel. Inoltre la città sarà praticamente tutta per voi.

Il clima di Istanbul a Marzo


In Italia si dice marzo pazzerello ed anche in Turchia possiamo dire lo stesso. E’ un mese di passaggio fra l’inverno e la primavera quindi ci troviamo a cavallo fra i possibili colpi di coda invernali e le prime convinte giornate primaverili. L’anno scorso ad esempio è stato un mese primaverile a tutti gli effetti, tanto che verso la metà del mese il risveglio vegetativo era già molto avanzato.

Risulta ancora un mese di bassa stagione a livello turistico quindi vale ciò che abbiamo detto per febbraio.

Il clima di Istanbul ad Aprile


La primavera è sicuramente il periodo migliore per visitare Istanbul, le temperature piacevoli unite all’esplosione di colori delle tante varietà di fiori, rendono questo il periodo perfetto per godersi la città. Più o meno dal 5 al 20 aprile è il periodo in cui si tiene tutti gli anni il festival dei tulipani, uno spettacolo imperdibile.

Aprile può considerarsi già un mese di alta stagione, considerando che durante le festività pasquali si muovono sempre tantissimi turisti europei. Gli italiani inoltre possono sfruttare anche la festa del 25 aprile per ricavare qualche ponte. I prezzi dei voli e degli hotel sono quindi generalmente più alti, così come più lunghe le code all’entrata dei monumenti principali.

Il clima di Istanbul a Maggio


Ciò che abbiamo detto per aprile vale anche per maggio, è sicuramente uno dei mesi migliori per visitare la città. Maggio è inoltre probabilmente il mese migliore per visitare la Cappadocia, quindi in questo periodo è possibile valutare un soggiorno più lungo (6-7 giorni) per unire la visita di Istanbul a quella della Cappadocia.

Il clima di Istanbul a Giugno


Giugno a Istanbul è un mese stupendo, le giornate sono lunghe, il caldo non è asfissiante, la pioggia è rara. Abbiamo inoltre notato in questi anni che è un mese generalmente sottovalutato dagli italiani che visitano Istanbul, probabilmente a giugno preferiscono altre destinazioni.

E’ un peccato, dato che a giugno ad esempio si può già unire un soggiorno a Istanbul di 3-4 giorni con una capatina al mare nel sud della Turchia (da Bodrum e Fethiye fino ad Antalya), considerando che in quelle zone la stagione balneare inizia molto presto.

Il clima di Istanbul a Luglio


L’estate a Istanbul è calda ma non così calda come si potrebbe immaginare. In prevalenza si tratta comunque di un caldo afoso, la forte umidità diurna è per fortuna mitigata dalla brezza notturna. A cominciare da luglio le temperature si attestano intorno ai 28-30 gradi, ed i giorni di pioggia sono praticamente assenti.

Il clima di Istanbul ad Agosto


Agosto è il mese più caldo ad Istanbul. L’afflusso di turisti è molto alto, sono in tanti a passare da Istanbul prima di proseguire per le località balneari della Turchia. Se si ha la possibilità di scegliere fra i due mesi estivi è sicuramente preferibile luglio. Se invece avete disponibilità di vacanze solo ad agosto, munitevi di cappellini e creme protettive, vi serviranno durante le code all’entrata dei monumenti.

Il clima di Istanbul a Settembre


Settembre per bellezza è paragonabile a giugno, il clima si mantiene mite e soleggiato fino a fine mese, è da considerarsi ancora estivo a tutti gli effetti, ma è più ventilato e meno affollato. Decisamente un ottimo mese per visitare la città.

Il clima di Istanbul ad Ottobre


L’autunno fa la sua comparsa ad ottobre, con le prime piogge più convinte e le temperature che rimangono miti. Istanbul non è una città particolarmente piovosa (più o meno come Roma), quindi anche l’autunno rimane un periodo favorevole per visitare la città, considerando che in questi mesi si svolgono solitamente la maggior parte dei festival culturali, musicali e cinematografici, quindi la città è in pieno fermento.

Il clima di Istanbul a Novembre


Mese tipicamente autunnale, fresco e piovoso. Di solito il ponte del primo novembre è una delle festività preferite dagli italiani per concedersi qualche giorno di vacanza nelle città europee ed è sicuramente un buon periodo. Il tempo in autunno è variabile, come detto non prendete troppo sul serio il simbolo pioggia delle previsioni, uscite con un k-way che magari vi servirà per lo scroscio di pioggia passeggero.

Il clima di Istanbul a Dicembre


Dicembre è ancora da considerarsi un mese autunnale, il freddo più deciso di solito arriva sempre a fine mese. Per il resto le temperature si mantengono ancora su valori intorno ai 10-12 gradi. E’ comunque il mese più piovoso dell’anno, quindi sono importanti un buon impermeabile e delle buone scarpe.


E’ cominciato il Ramazan 2013

È iniziato il 10 luglio e terminerà il 7 agosto il Ramadan (in turco “Ramazan”) 2013.

Il Ramazan, per la rigorosa osservanza del digiuno diurno che ostacola il lavoro e per il carattere festivo delle sue notti, costituisce un periodo eccezionale dell’anno per i fedeli musulmani di tutto il mondo.

Nel corso del mese di Ramazan i musulmani praticanti debbono astenersi, dall’alba al tramonto, dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali, poi possono consumare l’Iftar, il pasto serale, che viene celebrato dopo aver recitato il Maghrib, la quarta preghiera delle cinque obbligatorie previste dalla religione islamica, che deve essere recitata subito dopo il tramonto. Vi rimandiamo al nostro articolo del 2010 nel caso vogliate approfondire l’argomento.

Quest’anno, come ogni anno, i fedeli musulmani di Istanbul hanno celebrato il primo Iftar in molti luoghi della città, chi lo ha fatto condividendo il cibo con i propri vicini, chi si è ritrovato lungo il prato del Corno d’Oro fra Ayakapı e Balat, chi nei parchi, chi nella zona sacra di Eyüp e in tantissimi altri luoghi della metropoli.

Di notevole interesse, soprattutto perché svoltisi in una piazza e una strada di Istanbul che nei giorni e nel mese scorso sono stati teatro di forti tensioni sociali, sono stati gli Iftar di Piazza Taksim e di Istiklal Caddesi.

Il primo, organizzato dalla municipalità di Beyoğlu, ha portato in piazza numerose famiglie che si sono disposte sui tavoli allestiti con grande cura; il secondo, un incredibile e lungo serpentone iniziato davanti al Liceo Galatasaray e che, dopo aver percorso per un chılometro tutta la centralissima pedonalizzata Istiklal Caddesi, terminava alle porte di piazza Taksim, è stato organizzato dagli Anti-Kapitalist Müslümanlar (un gruppo molto attivo nei giorni delle proteste) a cui hanno aderito migliaia di persone della società civile, di tutte le età e di ogni credo politico, una sorta di “yer sofrası” (termine che significa “tavolata per terra” e si riferisce a un’epoca non troppo remota, quando non esisteva l’uso dei tavoli), rinominata per l’occasione “yeryüzü sofrasi” ossia “tavolata globale”.

Una grande festa di pace, dove ognuno ha portato cibo e bevande da condividere con gli altri, una pacifica atmosfera di fratellanza, gioia e serenità, un momento di condivisione sociale che ha unito tutta la città e ha fatto splendere la notte di Istanbul di una tranquilla, appagante, calma.


Le proteste di Gezi Park

Questo articolo si riferisce alle manifestazioni di protesta avvenute a Istanbul nel giugno 2013. Se volete informazioni aggiornate sulla Situazione attuale a Istanbul vi preghiamo di leggere questo articolo.

Negli ultimi giorni come tutti saprete a Istanbul ci sono state delle manifestazioni cominciate il 28 maggio per difendere un piccolo parco e sfociate fra il 31 maggio e l’1 giugno in proteste di massa.

Considerata la nostra fondamentale funzione di informazione per i turisti che vogliono visitare Istanbul è nostro dovere cercare di informarvi realmente su ciò che sta accadendo. Gli organi di informazione italiani come al solito sono portati o a sottovalutare o ad amplificare le notizie, rendendole incomprensibili, dato che l’approfondimento è assente e dato che la conoscenza della realtà sociale e politica turca in Italia è generalmente inesistente.

Non fermatevi quindi alle immagini che passano in tv, dato che la situazione è in divenire. Come era prevedibile le televisioni hanno fatto vedere per 4-5 giorni sempre le stesse immagini, e poi hanno smesso completamente di parlare della situazione. Le dinamiche dell’informazione sono sempre le stesse, non c’è da stupirsi.

Ecco quindi un breve riassunto dei fatti che aggiorniamo col passare dei giorni:

Il 28 maggio si è tenuta una manifestazione pacifica di poche migliaia di persone nel Gezi Park, un parco nei pressi di Piazza Taksim. La polizia il 30 maggio ha reagito all’occupazione del parco in maniera violenta, con gas lacrimogeni, idranti e disperdendo i manifestanti.

Questi metodi violenti della polizia hanno creato un moto di solidarietà fra la popolazione, in particolare fra i giovani, aiutati dai social media quali twitter e facebook. In due giorni la protesta è diventata oceanica, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza, giovani, vecchi, bambini, attori, parlamentari, sempre pacificamente, ma la polizia è intervenuta con la forza, ci sono stati violenti scontri con la polizia per tutto il giorno 31 maggio, esclusivamente nelle zone di Taksim e di Beşiktaş. In tutte le altre zone della città la situazione era di assoluta normalità.

Il giorno Sabato 1 giugno, la polizia ha  deciso saggiamente di lasciare il campo e piazza di Taksim è stata sede per 10 giorni di un’occupazione pacifica senza nessun intervento della polizia e quindi senza nessun tipo di scontro o tensione.

Martedì 11 Giugno la polizia ha deciso di sgomberare la piazza occupata, e l’ha fatto con i soliti metodi violenti, usando gas e lacrimogeni, l’operazione di sgombero si è conclusa in giornata.

Gezi Park nel frattempo continuava ad essere occupato dai manifestanti, e nonostante i segnali distensivi dei giorni precedenti da parte del Primo Ministro, è stato deciso di sgomberarlo con la forza. Lo sgombero è avvenuto nella notte di sabato 15 giugno e sono seguiti scontri in Piazza Taksim e nelle zone strettamente limitrofe per tutta la giornata di Domenica 16 giugno.

Da quel momento le proteste hanno preso una piega ancora più pacifica, i manifestanti hanno deciso di non occupare più nè la Piazza nè il parco ma di cominciare forme di resistenza gandhiana, oltre all’istituzione di forum di discussione serali in circa 30 parchi della città.

La sera di Sabato 22 giugno un corteo ultra-pacifico in Piazza Taksim, con centinaia di migliaia di persone che portavano in mano dei fiori, è stato ancora una volta disperso con gli idranti e con i lacrimogeni dalla polizia.

Dopo due settimane di calma assoluta, Sabato 6 luglio la polizia è di nuovo intervenuta per disperdere con idranti e lacrimogeni un corteo pacifico su Istiklal Caddesi all’entrata di Piazza Taksim. Lunedì 8 luglio il parco di Gezi è stato finalmente riaperto dal prefetto, dato che una sentenza del tribunale aveva dato ragione ai manifestanti. Inspiegabilmente dopo meno di 3 ore il parco è stato chiuso nuovamente e la gente fatta sfollare sempre con idranti e lacrimogeni.

In totale quindi ci sono stati disordini solo per 6 giorni, le zone della città coinvolte sono state sempre le stesse e molto limitate, ad esempio a Sultanahmet, Eminönü, ma anche a Ortaköy e Üsküdar, non c’è stato il minimo problema ed anzi sarebbe stato difficile accorgersi di quello che stava succedendo.

Questo per restare alla cronaca.

Per un’analisi delle cause di questa protesta sarebbe necessario un approfondimento sulla politica turca degli ultimi 10 anni, ma ciò che è avvenuto qui non ha niente a che vedere con ciò che è avvenuto in Egitto, in Libia, in Tunisia.

La Turchia è sempre stato un paese fuori dagli schemi, qua c’è una democrazia, non c’è una dittatura, c’è al potere un partito che ha un grande consenso popolare dato che ha ottenuto negli ultimi anni degli incredibili successi economici, ha ottenuto il 54% dei voti alle ultime elezioni e forte del suo consenso pensa che abbia il diritto di fare tutto quello che vuole, ma non è così, e chi non è d’accordo protesta.

Questa protesta non ha niente di diverso da altre proteste che avvengono e sono avvenute in Europa negli ultimi tempi, nella Spagna degli indignados, nella Francoforte di Blockupy. Si tratta di movimenti di giovani che vogliono solo un mondo più giusto, più libertà, meno cemento, più cultura, la differenza in questi casi la fa solo la gestione del dissenso da parte delle autorità. Se le autorità reagiscono in maniera scomposta, il popolo si unisce ancora di più, e tutto si trasforma in protesta contro il governo.

Per saperne di più e per avere un’idea più chiara della situazione vi invito a seguire gli aggiornamenti in tempo reale sulla nostra pagina facebook.


State attenti ai Taxi! Tariffe e consigli 2024

Purtroppo ci giungono sempre più spesso segnalazioni di turisti italiani truffati dai taxisti. Non è mai corretto generalizzare ma è abbastanza risaputo che la categoria dei taxisti a volte mette da parte l’onestà quando si presenta l’occasione propizia. Ricordo molte immagini televisive di taxisti italiani che truffavano sprovveduti turisti giapponesi o americani, esiste addirittura un blog dedicato all’argomento.

Non c’è molto da stupirsi dunque se in una città di 16 milioni di abitanti come Istanbul i taxisti le provino tutte pur di scucire più denaro possibile al turista magari appena arrivato e comprensibilmente spaesato.

Sapendolo, possiamo prendere le dovute precauzioni.

In teoria il metodo più sicuro per evitare fregature dovrebbe essere quello di far inserire il tassametro, quindi è bene sapere quali sono le tariffe ufficiali: salendo sul taxi il tassametro deve indicare 19,17 lire, che è la tariffa minima di partenza, il prezzo per ogni chilometro percorso è di 13,75 Lire, indipendentemente dalla distanza (anche se brevissima) una corsa minima ha il costo di 70 lire (aggiornato all’ultimo aumento dell’agosto 2023).

Ma l’inserimento del tassametro purtroppo non è sufficiente per stare tranquilli.

I trucchi più usati dai tassisti di Istanbul

Il trucco di prendere la strada più lunga per raggiungere la destinazione è superato da molto tempo, purtroppo capita anche di essere portati a spasso per mezz’ora e terminare la corsa a pochi metri dal punto in cui è cominciata. Ma ci è stato anche riferito che il tassametro procedeva lento per gran parte del percorso per poi triplicare improvvisamente l’importo a fine corsa.

Un altro trucco molto usato è quello “del prestigiatore”: in pratica se voi consegnate al tassista 100 lire, lui in un attimo le farà scomparire e gli appariranno in mano 10 lire, quindi vi dirà che gli avete dato 10 lire invece di 100 e voi sarete costretti a dargliene altre 50.

Se quindi l’inserimento del tassametro non è sufficiente per stare tranquilli, anche la sana abitudine di trattare il prezzo a priori non basta se il tassista è in malafede. Per evitare infatti di essere contenti di aver strappato un prezzo di 200 Lire per una corsa che sarebbe costata 100 Lire (è successo!), è indispensabile sapere quanto può costare una corsa media in centro città.

Quanto costa una corsa media in taxi

In realtà le tariffe dei taxi sarebbero molto convenienti se non si corresse il rischio di essere truffati.

Sappiate che una corsa Taksim-Sultanahmet, a qualsiasi ora, costa circa 100 Lire (circa 3 euro), anche una corsa Taksim-Ortaköy costa più o meno lo stesso. Sultanahmet-Eminönü può costare al massimo 70 Lire, così come Sultanahmet-Aksaray. La tratta forse più lunga di cui un turista può servirsi è Sultanahmet-Ortaköy e costa non più di 200 Lire.

Sapendo quindi che all’interno del perimetro turistico non andrete mai a spendere più di 200 Lire, qualora il tassista vi chieda 500 lire Lire (capita spesso), dategliene 200 ed uscite velocemente dal taxi, se il taxista comincia ad urlare non fatevi intimorire, urlate anche voi e minacciate di chiamare la polizia.

I taxi dagli aeroporti dovrebbero generalmente essere più sicuri ma il rischio di venire truffati c’è sempre. La tariffa dal Nuovo Aeroporto verso il centro è di circa 600 Lire, mentre da Sabiha Gökçen è sulle 700 Lire. I taxi che si trovano in centro alle fermate degli autobus in arrivo dagli aeroporti , soprattutto a Taksim e Sultanahmet, sono in assoluto i peggiori, dei truffatori seriali, evitateli per qualsiasi ragione.

Consigli utili e precauzioni da prendere

Il primo consiglio che possiamo dare è quello di usare nel limite del possibile i mezzi pubblici, più efficienti e più economici. Ma se proprio siete costretti a prendere un taxi, seguite questi nostri consigli:

  • Non prendete MAI il primo taxi che passa per strada. Fate sempre chiamare un taxi dal vostro albergo, o dal ristorante, o dal locale in cui vi trovate, oppure prendetelo da una vera stazione dei taxi. In questo modo sarete garantiti al 100%, nessun tassista si azzarda a fare qualcosa di sbagliato sapendo di poter essere rintracciato in pochi minuti.
  • Se non avete alternative e vi capita di prendere un taxi per strada segnatevi sempre il numero di targa e soprattutto il codice identificativo scritto sulle portiere laterali. Una buona idea è farsi vedere dal taxista mentre scattate una foto al numero identificativo prima di salire, è un segnale preventivo di allerta ed oltretutto può sempre servire nel caso sfortunato in cui vi dimentichiate qualche oggetto sul taxi (capita spesso soprattutto con i cellulari).
  • L’utilizzo di qualche parola turca in genere scoraggia i tassisti dal provare a truffare, bastano un “merhaba” ed un “lütfen” buttati lì per far venire il dubbio al taxista che non siate semplici turisti, ma che forse frequentate spesso la città e che quindi non siate totalmente sprovveduti.

Application utili e Uber in Turchia

La municipalità di Istanbul è al corrente del “problema taxisti” e sta studiando una regolamentazione severa che in futuro renda impossibile certi tipi di comportamenti. Nel 2015 è nata un’application per smartphone che funziona molto bene ed è una sorta di garanzia per il consumatore, si chiama BiTaksi e permette di chiamare i taxi più vicini fra quelli iscritti alla piattaforma, ovviamente ogni taxi in lista può essere recensito quindi il tassista è tenuto ad un comportamento corretto.

Segnaliamo inoltre che nel giugno 2018 Uber era stato vietato in Turchia proprio a seguito delle proteste dei tassisti, dal maggio 2019 Uber è tornato disponibile ma serve semplicemente per poter chiamare i normali taxi gialli, quindi di fatto i tassisti hanno vinto la battaglia contro Uber.

Qualche tassista buono per fortuna si trova 🙂

Dopo avervi messo in guardia, vogliamo comunque raccontare due episodi positivi di cui siamo stati testimoni diretti. Qualche tempo fa avevamo dimenticato il cellulare sul taxi, quando ce ne siamo accorti abbiamo provato a chiamare sperando che il tassista rispondesse. Così è stato, ed il tassista è ritornato indietro per consegnarcelo, senza farci pagare il supplemento di corsa. Il secondo episodio riguarda un turista che aveva lasciato sul sedile posteriore la sua reflex, data ormai per persa, se l’è vista recapitare in hotel il giorno dopo.

Io devo ammettere che non ho mai amato prendere il taxi, preferisco camminare, ma ultimamente l’ho preso spesso e mi sono sempre trovato molto bene, è divertente fare pratica di turco con i taxisti e mi capita spesso che alla fine facciano addirittura uno sconto. Uno straniero che parla la lingua del posto fa sempre un effetto molto positivo!

Ci auguriamo che non abbiate esperienze negative, è certamente questione anche di fortuna, ma è bene non sfidare troppo la sorte, ed in ogni caso tenete sempre gli occhi bene aperti ed i riflessi pronti!

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Il Museo dell’Innocenza

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IMPORTANTE
L’autrice di questo articolo, scritto nel lontano 2013, è la nostra cara amica Anna Rita Severini. Nel 2022 Anna Rita ha pubblicato un romanzo ambientato a Istanbul, il Museo dell’Innocenza costituisce il centro focale della sua opera. Abbiamo intervistato Anna Rita nel maggio 2022 per parlare del suo libro, consigliamo a tutti di leggere la nostra intervista ed ovviamente di leggere il suo bellissimo romanzo.

Il potere dell’immaginazione di plasmare la realtà: il Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk

Immaginate di essere a Istanbul, precisamente a Beyoğlu, ed entrare in una vecchia casa nel quartiere di Çukurcuma, una bella palazzina di tre piani ben restaurata, dalle pareti color rosso scuro, all’angolo fra Çukurcuma Caddesi e Dalgiç Sokak. Ora è un museo, ma una volta, fra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, ci è vissuta la famiglia Keskin: la giovane e bella Füsun con i suoi genitori.

Qui Kemal Basmacı ha trascorso, in quel periodo, gran parte delle sue serate con questa famiglia, per amore di Füsun; e qui egli ha raccolto centinaia di piccoli oggetti, suppellettili, abiti, foto, ritagli di giornale, documenti che ha conservato con cura negli anni, perché contenevano il ricordo di tutti gli attimi più intensi della sua sconvolgente e sfortunata storia d’amore. In questa casa Kemal ha vissuto gli ultimi anni della sua vita (è morto nel 2007) circondato da tutti questi oggetti per averne conforto, ma soprattutto con il desiderio di organizzarli ed esporli come in un museo proprio qui, in questa casa, dove ha sognato di poter raccontare ai visitatori non solo la sua storia, ma anche la vita quotidiana della Istanbul di quegli anni, della Istanbul che più ha amato.

Credo che con questo stato d’animo si debba entrare nel Museo dell’Innocenza, con la piacevole e seducente illusione che tutto ciò che in questo luogo si rappresenta sia accaduto realmente, mentre la parte razionale di noi sa bene che si tratta di una finzione e che il museo è parte integrante di un progetto realizzato dallo scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, nell’arco di più di dieci anni. Tappe basilari ne sono state la pubblicazione del romanzo “Il museo dell’innocenza” nel 2008, l’inaugurazione del museo vero e proprio nell’aprile del 2012 e, subito dopo, la stampa del catalogo dal titolo “L’innocenza degli oggetti” che lo scorso novembre è uscito anche nell’edizione italiana della Einaudi.

In pochi mesi, il museo è già divenuto una delle mete turistiche più frequentate della città, con diverse migliaia di visitatori, ma – come stabilito dallo stesso Kemal nei colloqui con Pamuk quando, alla fine del libro, gli chiede di essere lui a realizzare romanzo e museo – l’esposizione non accoglie più di cinquanta ospiti alla volta, e, dunque, è possibile godere con tranquillità della particolare atmosfera creata al suo interno.

L’allestimento, curato nei minimi particolari dallo stesso Pamuk con il supporto di architetti, artigiani ed altri specialisti, valorizza notevolmente i pezzi esposti: salendo le scale che conducono attraverso i tre piani, si segue una linea continua di 83 bacheche in legno (tante quante i capitoli del romanzo, anche se alcune sono ancora chiuse perché non complete), nelle quali gli oggetti (più di 700 tutti citati nel libro) ci appaiono sistemati in vere e proprie composizioni, quasi dei quadri. E tutto – la sapiente scelta delle luci, i suoni e i rumori riprodotti in alcuni punti del museo, il percorso espositivo che, con lo stesso andamento della spirale disegnata sul pavimento del piano terra (in cui si rispecchiano a loro volta lo scorrere del tempo e lo svolgersi della storia narrata) conduce il visitatore fino alla soffitta in cima alla casa e gli permette di affacciarsi per guardare da lì l’intero museo – tutto concorre alla creazione di uno spazio assolutamente speciale e affascinante.

Ritrovare nelle bacheche gli oggetti che hanno costellato la vicenda di Kemal e Füsun significa anche conoscere un pezzetto della recente storia di Istanbul, della vita vissuta nelle sue case fino a non molti anni fa. E, dunque, il Museo dell’Innocenza non è soltanto il luogo in cui viene raccontata e rappresentata la storia d’amore di due giovani (sulla quale non mi soffermo, rinviando alle numerose recensioni ed interviste presenti sulla rete), ma anche, e forse soprattutto, un atto d’amore di Pamuk verso la città in cui è nato ed è sempre vissuto, verso i quartieri della sua infanzia e giovinezza, verso le strade che ha percorso per anni fantasticando di ambientare un suo romanzo in quella vecchia casa per poi trasformarla in un museo.

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E a Istanbul un museo dedicato alla città in questi termini è un’assoluta novità.

Se, per tutti questi motivi, l’esposizione può essere godibile in sé, il mio consiglio è comunque di visitarla dopo la lettura del romanzo (fra l’altro, chi porta con sé il libro entra gratuitamente e risparmia le 25 lire del biglietto d’ingresso che qualcuno ha trovato eccessive; l’addetto della biglietteria appone un timbro con il logo del museo sul biglietto disegnato in una delle ultime pagine). Ritengo che la conoscenza del testo – in cui si sviluppano anche temi più ampi quali le consuetudini sociali nella Istanbul dell’epoca, la conservazione degli oggetti nei piccoli musei, e soprattutto l’amore, il senso del tempo, la felicità – sia determinante per comprendere appieno i contenuti del museo ed apprezzare l’originalità dell’intero progetto, in cui la sovrapposizione impalpabile tra finzione e realtà, tra luoghi della storia e vie/quartieri della città, tra protagonista e autore, non possono non conquistare i lettori-visitatori più attenti. E il catalogo completa mirabilmente la descrizione di questa avventura che ha visto crescere di pari passo romanzo e museo, narrandone la genesi e lo sviluppo dalla prima idea scaturita nel 1982 fino ad oggi.

Al museo si arriva facilmente: percorrendo la stretta Postacılar Sokaĝi, che si diparte dalla Istiklal Caddesi verso il Bosforo e prosegue con Tom Tom Captan Sokak (via su cui si affaccia il Consolato Italiano), si arriva a Çukurcuma Caddesi all’altezza dell’omonimo hammam. Da qui si intravede, distante un centinaio di metri, il grazioso edificio ad angolo color rosso scuro, risalente al 1897 e acquistato da Pamuk nel 1999.

In una decina di minuti a piedi, dalla affollata e vivace Istiklal, coi suoi palazzi e i suoi bei negozi, si arriva così nel cuore di Çukurcuma, un tranquillo quartiere in via di evidente riqualificazione, reso affascinante anche dai numerosi negozi di rigattieri e antiquari aperti lungo le strade principali, dove è piacevole curiosare fra vecchi mobili e oggetti dismessi, sin dagli anni ’70, dalle case di una Istanbul proiettata decisamente verso il cambiamento e la modernità. Anche in alcuni di questi negozi Pamuk, novello collezionista, ha acquistato pezzi che avrebbe poi esposto nel museo, oltre a quelli riprodotti da abili artigiani o avuti da amici e conoscenti per il suo ambizioso progetto.

Un motivo di fascino non secondario del Museo dell’Innocenza è poter riferire i personaggi e le situazioni ai luoghi reali della città: non soltanto l’edificio del museo e le strade che lo circondano, ma anche le vie di Nişantaşı, zona elegante a nord di Piazza Taksim dove si svolge buona parte del romanzo, o le vecchie case in legno di Fatih – quartiere a ovest del Corno d’Oro fortemente ancorato alla tradizione islamica – o ancora le yalı lungo il Bosforo.

Del resto, quasi tutti i romanzi di Pamuk sono ambientati nelle vie di Istanbul in cui egli stesso è vissuto e vive, con la differenza che, in questo caso, come si legge sulla copertina dell’edizione italiana del catalogo, “Orhan Pamuk ha fatto ciò che sembrava esclusiva dei maghi delle fiabe o del Genio delle Mille e una notte. Ha preso ciò che esisteva tra le pagine del suo ultimo romanzo, Il Museo dell’innocenza, e l’ha trasformato in qualcosa di materiale, di fisico, uno spazio da esplorare con tutti i nostri sensi: ha costruito il Museo dell’Innocenza. Un luogo unico al mondo, un tesoro nel cuore incantato di Istanbul: la celebrazione dell’amore, della memoria, del potere dell’immaginazione di plasmare la realtà”.

Sul sito internet www.masumiyetmuzesi.com è possibile trovare tutte le informazioni su contenuti, iniziative, orari di apertura e prenotazioni.

Dimenticavo. Nel romanzo Kemal precisa: “Il Museo dell’Innocenza sarà sempre aperto per gli innamorati che non trovano un posto a Istanbul dove baciarsi”. Anche io ho baciato la persona che amo proprio nella soffitta, di fronte al letto degli incontri d’amore fra Kemal e Füsun che lo stesso Kemal ha trasportato lassù perché il museo fosse per sempre la sua casa. Ed è stato bellissimo.

Anna Rita Severini